san valentino in Giappone

San Valentino in Giappone

Come si festeggia nel Sol Levante?

Il giorno di San Valentino バレンタインデー è una festa molto popolare in Giappone ma a differenza del resto del mondo, qui assume tutta un’altra valenza e viene vissuta in modo un po’ atipico e curioso.

Introdotta in Giappone dall’occidente, questa festa si è poi distaccata dalle convenzionali cene romantiche o scambi di regali tra innamorati per attribuire tutta l’importanza al regalo di cioccolata!
La cosa particolare è che i cioccolatini vengono regalati esclusivamente dalle donne non solo ai propri fidanzati ma anche agli amici e offerti in astucci spesso realizzati con la tecnica dell’origami.

Chi però accetta il dono, avrà modo di ricambiare il mese dopo, il 14 marzo, in occasione del White Day ホワイトデー, regalando oltre alla cioccolata anche oggetti preziosi.

I cioccolatini si dividono in tre generi:

giri-choko (義理チョコ), sono i cioccolatini dell’obbligo, più economici, regalati in confezioni semplici dalle donne agli uomini spinte soprattutto dal rispetto delle convenzioni sociali, per cui spesso vengono regalati a colleghi o compagni di scuola.

tomo-choko (友チョコ), sono i cioccolatini dell’amicizia, regalati dalle ragazze ai propri amici come gesto più sentito e affettuoso.

honmei-choko (本命チョコ), sono i cioccolatini più costosi, fatti in casa con le proprie mani e regalati in confezioni eleganti ai propri fidanzati o mariti o al ragazzo per cui si prova qualcosa.

Da brava origamista, ho dato il mio contributo a questa festa, creando per un laboratorio a tema qualche scatolina che potesse contenere cioccolatini o qualsiasi altro oggetto gradito. I cuori, ovviamente, non potevano mancare!

Creazioni in origami realizzate per il laboratorio su San Valentino da Fiorditè

Queste scatoline sono semplici da realizzare, chi volesse provare a farle trova il diagramma con le spiegazioni su Origami-club 

Se leggendo queste righe ti è venuta voglia di scoprire altri aspetti del Giappone o avvicinarti all’arte dell’origami, visita i corsi in programma a Roma.

Curiosità sugli origami

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Il termine origami 折り紙 indica l’arte di piegare la carta per dare vita ad oggetti, animali e altre figure suggestive.

ORIGAMI SIGNIFICATO

La parola deriva dal giapponese oru 折 (piegare) e da kami 紙 (carta).

La parola kami, con un ideogramma diverso ma con la stessa pronuncia, vuol dire anche divinità: questa sovrapposizione di significato lega inscindibilmente l’arte degli origami con la spiritualità, con la ricerca del Divino e dona a questa tecnica una valenza sacrale.

La nascita della carta risale in Cina agli inizi del II secolo d.C., ed è in questa terra che inizia la piegatura nello stesso periodo. Furono però i giapponesi a rendere la carta sempre più morbida e resistente utilizzando il riso, e soprattutto a rendere l’origami un’arte.

Agli inizi del VII secolo nasce infatti in Giappone la carta washi, bella e morbida al tatto, e dalla sua invenzione l’arte di piegare la carta. Dal novembre 2014 la carta washi è patrimonio immateriale dell’umanità, protetta dall’ UNESCO.

Il periodo di affermazione degli origami nella cultura giapponese è riconducibile al periodo Heian (794-1185), in cui si afferma l’usanza di ricostruire ritualmente con l’origami la corte imperiale, con i suoi personaggi negli abiti rituali: per questo tale festa, detta festa delle bambine, viene anche indicata con il termine festa delle bambole Hina-matsuri ひな祭り appunto.

Durante questo periodo si afferma anche il Kodomo no hi 子供の日, festa dedicata ai bambini, durante la quale vengono appese ancora oggi bandiere di carta a forma di carpa.

"Quando le mani sono impegnate, il cuore è sereno"

Allo stesso periodo risalgono i modelli stilizzati che rappresentano delle farfalle. Durante le cerimonie nuziali era usanza, e lo è tutt’oggi, attaccare delle farfalle di carta alle coppe di sakè con le quali gli sposi brindano alla felicità della loro unione con un profondo significato augurale.

Anche la rana è una tradizionale forma origami di origine Heian, che trova significato nel doppio significato della parola kaeru, che significa sia “rana” che “ritorno a casa” e che indicava quindi l’animale come un buon augurio per coloro che stavano per intraprendere un lungo viaggio.

Successivamente l’origami perse pian piano la caratteristica di essere un’arte riservata a pochi, anche per l’elevato costo della carta, e divenne un passatempo popolare. 

Furono creati molti modelli divenuti poi classici: fra questi la gru, in giapponese tsuru 鶴, simbolo tradizionale di lunga vita ed anche simbolo della pace dopo le esplosioni atomiche avvenute in Giappone.

Negli ultimi cento anni, forse anche meno, la creazione di modelli complessi ha portato i loro autori a trascrivere i vari passaggi di piegatura per conservarne la memoria e questo ha rovesciato le regole dell’apprendimento; non c’è più bisogno di un maestro, è sufficiente un libro, almeno per chi abbia già esperienza. Questo sganciarsi dal rapporto diretto col maestro ha portato, nell’origami così come già in altre forme artistiche, a una specie di libertà espressiva non più vincolata da regole da seguire. Nasce così l’origami contemporaneo d’autore.

Se leggendo queste righe ti è venuta voglia di cominciare a realizzare origami, visita i corsi in programma a Roma.

Origami e feste

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Date, significati e tradizioni giapponesi

In Giappone uno degli impieghi dell’origami è proprio durante alcune feste, chiamate “matsuri” 祭り, dove ancora oggi l’origami conserva un ruolo importante nell’esprimere determinati auguri.


Iniziamo dal 14 febbraio, San Valentino, una festa introdotta in Giappone in modo molto diverso e insolito per gli stranieri. Molto popolare in Giappone, ma a differenza dell’occidente dove spesso si organizzano cene romantiche tra innamorati, nel Sol Levante tutto ruota attorno al regalo di cioccolata!
I cioccolatini vengono regalati esclusivamente dalle donne ad amici o fidanzati ed offerti in astucci spesso realizzati con la tecnica dell’origami. Chi però accetta il dono, avrà modo di ricambiare il mese dopo, il 14 marzo, in occasione del White Day ホワイトデー, regalando oltre alla cioccolata anche oggetti preziosi.


Il 3 marzo invece in Giappone si celebra lo Hinamatsuri 雛祭り “festa delle bambole” o “festa delle bambine”, ricorrenza che porta con sé un augurio di bellezza e salute a tutte le bambine.
Le famiglie giapponesi, infatti, espongono nelle loro case un insieme di bambole raffiguranti la corte imperiale (dette hinaningyō) su di un apposito altarino donando loro sake e dolci affinché queste prendano la sfortuna delle bambine, allontanandola da loro stesse.
Anticamente le bambole erano create di carta in origami e lasciate andare su delle barchette lungo il fiume, poi furono sostituite da quelle in stoffa e porcellana.


Durante la Pasqua si regalano invece coniglietti in origami che contengono delle piccole uova di cioccolato in segno di augurio.

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